Per un’industriale la qualità dell’aria rappresenta una priorità:
- Priorità sanitaria: le norme sulla prevenzione del rischio di esposizione a sostanze pericolose impongono i controlli dei valori limite di esposizione professionale (VLEP e TLV-STEL, Short-Term Exposure Limit, valore limite per esposizioni brevi), e l’attuazione di piani d’azione e soluzioni di ventilazione e trattamento dell’aria. Nuove soluzioni di sensori consentono inoltre di realizzare reti per il monitoraggio continuo delle concentrazioni di sostanze pericolose nell’aria dei laboratori (nebbie e polveri d’olio nell’industria meccanica, formaldeide nella lavorazione delle materie plastiche, stirene nei compositi, ecc.)
- Priorità ambientale: le emissioni di inquinanti atmosferici sono regolamentate conformemente all’applicazione delle classificazioni AUA e AIA o di decreti relativi a determinate zone o attività (industria chimica, farmaceutica, ecc.). La misurazione periodica delle emissioni è quindi obbligatoria e un’analisi accurata consente, quando necessario, di definire le specifiche tecniche della soluzione più appropriata per l’abbattimento delle emissioni.
- Priorità produttiva: la qualità dell’aria influisce anche sulla produzione. Nel caso specifico dell’industria alimentare, l’aria trasporta contaminazioni microbiologiche che possono causare la distruzione di intere scorte di merci. Più in generale,
- Concentrazioni elevate di polveri nelle officine di fabbricazione possono danneggiare alcuni impianti industriali e avere gravi conseguenze in termini di manutenzione.
- I vapori e gli aerosol acidi e basici possono danneggiare le strutture dei laboratori e i dispositivi elettrici.
Una buona gestione della qualità dell’aria è quindi essenziale per garantire sicurezza, qualità e produttività, ma è anche un elemento importante della strategia commerciale e delle risorse umane, che consente altresì di sfruttare appieno gli asset industriali.